Sci e snowboard
alpinismo nelle Chugach Mountains, Alaska, USA
Avalco Travel
Tour operator dedicato ai viaggi sportivi sulle montagne del mondo, fornisce logistica su richiesta e personalizzata, per piccoli gruppi e guide alpine con clienti.
Il Club Avalco propone programmi esplorativi su iniziativa dei soci, a costi diretti e con cassa comune in viaggio.
L'interesse è sopratutto per viaggi originali e/o in regioni remote o con logistica complessa, realizzati con un impatto ambientale minimo ed a costi ragionevoli.
Foto scattata dal volo di linea Anchorage- Seattle
LE CHUGACH MOUNTAINS
La catena delle Chugach Mountains si estende per oltre 500 km ad est di Anchorage, lungo la costa del golfo dell’ Alaska, ad una latitudine di 61° N.
E’ un’area caratterizzata da un’imponente glaciazione, con ampi ghiacciai (lunghi decine di km) che sul versante meridionale scendono fino al mare.
Lungo la costa ci sono alcune rinomate stazioni sciistiche quali Girdwood-Alyeska, Valdez, e Cordova.
Tuttavia, a parte queste tre aree, tutto il resto si estende a perdita d’occhio nella wilderness più assoluta.
La vetta più elevata è il Mount Marcus Baker di 4016 m.
La frequentazione di queste montagne è decisamente scarsa, anche da parte degli alpinisti locali.
Ciò si deve alla smisurata ampiezza dell’area ed alla limitata popolazione locale, inoltre la logistica è complessa poichè l’unico modo pratico di avvicinarsi alle montagne di usare piccoli aerei o ’elicottero.
Un approccio a piedi è anche possibile, ma richiede mediamente da 3 a 7 giorni, e si svolge su terreno difficilmente praticabile (fitta foresta, cespugli, attraversamento di fiumi, possibili incontri con orsi). I sentieri sono pochissimi e solo nelle basse valli. Quasi inesistenti i rifugi.
Da quanto sopra, ne consegue che una spedizione nelle Chugach richiede un approccio su ghiacciaio in aereo (“bush plane”, da contrattare direttamente con il pilota) e la preparazione di tende, cibo e combustibile, per una sopravvivenza di più giorni in autonomia totale.
La morfologia delle montagne è simile a quella riscontrabile in Antartide, con grandi ghiacciai piatti e vette di grande interesse alpinistico e sci alpinistico. Per arrivare alla base dei pendii occorre coprire distanze spesso notevoli, per cui è meglio disporre di sci da alpinismo o telemark; lo snowboard è ovviamente meno adatto a questo tipo di terreno. I ghiacciai sono molto crepacciati e seraccati, per cui quasi sempre è necessario progredire in cordata. Solo nel caso in cui si preveda lo spostamento del campo base, saranno utili le pulke per il trasporto dei materiali.
ORGANIZZAZIONE
Formalità
Non è richiesto alcun permesso speciale per accedere alle montagne. Ricordiamo che, per un viaggio in USA, è fortemente consigliata una polizza assicurativa (con massimali adeguati) per eventuali spese di soccorso e assistenza sanitaria e spese legali, valida nel territorio anche per sinistri derivanti dalla pratica dello scialpinismo.
Accesso alla montagna - Logistica.
Dall’Europa occorre volare ad Anchorage, con voli di linea, normalmente con 1,2, o 3 scali intermedi. Il collegamento più frequente con Anchorage è via Seattle. Anchorage una moderna città con tutti i servizi; naturalmente non c’ problema nell’acquisto di alimentari per la spedizione (sconsigliato portare cibo in volo; tra l’altro l’importazione in USA di alimenti freschi è vietata). Materiali tecnici possono essere acquistati da AMH oppure da REI in città. Il cibo tecnico (liofilizzati, ecc.) può essere acquistato ad Anchorage da REI oppure da “6th avenue Outfitters”.
Per il trasferimento sui ghiacciai occorre contattare (con alcuni mesi di anticipo) un “bush pilot” della zona e concordare con lui la destinazione esatta, le date, i carichi da trasportare, e naturalmente il prezzo.
Gli aerei utilizzati sono piccoli monomotore ad elica, per soli 3-4 passeggeri più i materiali.
Nel nostro caso siamo partiti da Palmer (circa 50 km a nord di Anchorage) ed abbiamo raggiunto il Matanuska Glacier in circa mezz’ora di volo.
Comunicazioni.
Sulla montagna non c’ copertura GSM cellulare. Per la sicurezza e per comunicare con il bush pilot è dunque necessario dotarsi di telefono satellitare (solo l’ Iridium ha la copertura), che si può anche noleggiare ad Anchorage.
Sicurezza.
Per le emergenze sanitarie, c’ un ospedale a Palmer. Il numero di emergenza nazionale è il 911, ma è meglio chiamare (in caso di necessità) il servizio locale di soccorso (privato) oppure (previ accordi) il bush pilot.
E’ senz’altro consigliabile disporre di un GPS, utile in caso di scarsa visibilità.
Per chi disponesse di ARVA con funzione Pulse, occorre ricordarsi di settare la frequenza W-Link sul valore valido per il Nord America.
Clima e periodo consigliato.
Il periodo migliore per lo scialpinismo nelle Chugach va da aprile a fine maggio.
In aprile ad Anchorage le temperature medie sono di -4°C notturna e +4°C diurna. A quota 2000 m le medie sono circa -16°C notturna e -9°C diurna.
La durata del giorno in aprile è di circa 13 -14 ore.
Noi siamo stati nella prima settimana di aprile e le minime notturne al campo base sono arrivate a circa -20°C.
Per consultare le condizioni meteo sulla montagna (Matanuska Glacier):
http://www.mountain-forecast.com/peaks/Mount-Marcus-Baker
E’ utile organizzarsi per ricevere (da un amico o da un servizio a pagamento ad hoc) un sms giornaliero sul telefono satellitare, con i dati meteo locali. In alternativa c’è il servizio dell’ Alaska Weather Information Line (meno preciso e a pagamento).
Attrezzature ed abbigliamento.
Sono quelli usuali per lo scialpinismo invernale in zone artiche /polari. In particolare segnaliamo:
indispensabile almeno la giacca di piumino;
indispensabile un sacco letto nuovo con temperatura confort -20°C;
come fornello scegliere un modello affidabile a benzina (“white gas”, da acquistare ad Anchorage), quelli a gas hanno diversi problemi a bassa temperatura;
il maggior pericolo oggettivo è costituito dagli enormi crepacci, consigliabile una corda da 50 m.
consigliati sci larghi da almeno 90-100 mm sotto il piede, non consigliato lo snowboard a causa dei lunghi trasferimenti in piano.
Cartografia.
Come per tutti gli USA, sono disponibili le carte topografiche in scala 1:63360 dell USGS, stampabili anche on line dal sito http://www.usgs.gov/pubprod/
Ad Anchorage si possono acquistare presso il Map Store nel campus universitario ad est della città.
Occorre tenere presente che in Alaska la declinazione magnetica importante; nell’area delle Chugach è attualmente (aprile 2012) di circa 19°15’ verso est e diminuisce di 19’ /anno verso W.
Invece per girare l’Alaska in auto consigliamo l’atlante Delorme, con tavole a diverse scale, che tra l’altro fornisce una rappresentazione chiara dei rilievi.
Documentazione.
Esistono guide escursionistiche (per l’estate) sulle Chugach, ma assolutamente nulla sullo scialpinismo.
In generale sull’Alaska, per gli alpinisti sempre valida la ‘”Alaska climbing guide” di M.Wood e C.Coombs edita da The Mountaineers Books, e per i trekkers “Hiking Alaska” dell’ AHS, edita da Falcon.
Guide locali.
Ad Anchorage esiste un’associazione di guide alpine locali esperte dei luoghi.
La logistica completa ed eventualmente inclusiva dei servizi di guide italiane o locali è fornita in Italia da Avalco Travel (www.avalcotravel.com).
ITINERARI / CHUGACH MOUNTAINS
Itinerari effettuati. (Waypoints GPS e tracce disponibili presso club@avalcotravel.com)
Nella nostra missione esplorativa sulle Chugach abbiamo scelto il Matanuska Glacier, uno dei più vasti della zona, lungo quasi 40 km.
Alla testata del ghiacciaio si eleva il Mount Marcus Baker 4016 m, la vetta più alta delle Chugach.
Il campo base lo abbiamo allestito a quota 1620 m, alla biforcazione tra i rami est ed ovest del ghiacciaio, in un punto strategico per il arrivare alle diverse zone di interesse.
Scandinavian Glacier. Dal campo base si scende per circa 3 km il Matanuska Glacier e si entra poi ad est nello Scandinavian Glacier. Qui, su una morena nel lato destro orografico, si erge la Scandinavian Hut a quota 1520 m, l’unico rifugio della zona, visibile solo all’ultimo monento. Offre un modesto ma confortevole ricovero per 4-6 persone ed è dotato di una minima attrezzatura da cucina e combustibile liquido (white gas). Il rifugio è sempre aperto, ma il suo utilizzo è riservato ai soci del MCA (Mountaineering Club of Alaska, con sede ad Anchorage).
Circa 2-3 ore dal campo base.
Dalla Hut abbiamo salito il Norway Peak, lo Scandinavian Pass ed effettuato diverse salite / discese alla ricerca della migliore polvere.
Norway Peak 2692 m
Dalla Hut portarsi sul ramo di destra (sinistra orografica) del ghiacciaio e puntare alla evidente sella tra il Finland Peak e lo Sweden Peak. A quota 2200 m circa, deviare a sinistra (nord) e superare una rampa che conduce ad un falsopiano e quindi ai pendii sommitali del Norway Peak.
Discesa per lo stesso itinerario.
Da sinistra: Norway Peak, Finland Peak, Sweden Peak
Scandinavian Pass 2560 m.
Dalla Hut portarsi sul ramo di sinistra (destra orografica) del ghiacciaio, passare sotto la parete nord del Norway Peak e puntare direttamente al passo posto tra il Norway Peak ed il Lapland Peak (quota 9405 ft sulla carta USGS 1:63360).
Discesa per lo stesso itinerario.
Turtle Flats 2400 m.
Risalire il lunghissimo ramo est del Matanuska Glacier e, a quota 1800 m circa, deviare a sinistra (est) per raggiungere il solo lenzuolo di neve con pochi crepacci. Da qui individuare attentamente un solo passaggio (breve rampa a 45°) permette l’accesso ai pendii superiori sull’ Harvard Glacier, che si sale in direzione prevalente nord.
Discesa per la via di salita.
Altri itinerari possibili dallo Scandinavian Glacier.
Finland Peak 2702 m.
Seguire l’itinerario per il Norway Peak (vedi sopra) fino al falsopiano a quota 2500 m circa. Da qui puntare all’evidente cresta ovest del Finland, da risalire con ramponi e piccozza fino in vetta.
Denmark Peak 2563 m.
Sul versante nord (visibile dalla Hut) è fattibile una discesa diretta dal colletto posto tra le sue punte sommitali, ripida (45°-50°) ed a tratti esposta.
Per arrivare al colletto è consigliabile salire per la stessa via di discesa (ramponi e piccozza), ma si può forse tentare una salita dal lato sud (dal Matanuska Glacier).
L’impegnativa linea di discesa sul versante nord del Denmark Peak
Altri itinerari possibili dal Matansuka Glacier. (da nostri rilevamenti sul posto e da consulenze con le guide alpine di Anchorage) Mount Marcus Baker 4016 m. La vetta più alta delle Chugach si raggiunge in 4 giorni andata/ritorno dal campo base sul Matanuska Glacier.
Dalla biforcazione, seguire il ramo ovest del ghiacciaio, tenendo la sinistra (destra orografica) per evitare una vasta zona interamente crepacciata.
Superata questa, deviare in piano a destra (quota 7000 ft / 2100 m circa) in direzione del piede dello sperone nord-est della montagna, dove si stabilirà un campo intermedio (N.B.: questa zona si può anche raggiungere direttamente in aereo, in questo caso la vetta potrà realizzarsi in giornata).
Seguendo sul versante sinistro (sud) il lungo sperone nord-est si arriva alla vetta nord del Mount Marcus Baker (quota 12360 ft /3767 m).
Da qui, per raggiungere la vetta principale occorre scendere circa 200 m, passare una spalla (ripido) e quindi puntare alla vetta.
Flinc Peak 10955 ft /3340 m.
Dal campo intermedio dell’itinerario precedente, deviare a destra dello sperone nord-est del Mount Marcus Baker e puntare ad un’evidente sella a quota 9000 ft (2700 m circa), eventualmente da fare in ramponi negli ultimi metri.
Da qui scendere leggermente sul versante opposto (ovest) e quindi puntare alla vetta del Flinc per gli ampi pendii esposti a sud.
Harvard Glacier.
Come continuazione dalle Turtle Flats (vedi sopra) si può salire alle diverse vette senza nome (splendide ma impegnative anche alpinisticamente) dell’ Harvard Glacier. Sono individuabili dalla carta USGS con le quote 9595 ft, 9805 ft, 10941 ft, 10930 ft, 10615 ft, 10310 ft, 10715 ft.
Non abbiamo trovato alcuna relazione.
Altri itinerari possibili nelle Chugach.
In altre zone delle Chugach ci sono grandi itinerari classici dello scialpinismo, tra cui segnaliamo:
Mount Thor 12251 ft / 3734 m.
Gradioso itinerario che si trova ad est del Matanuska Glacier. L’approccio può effettuarsi in bush plane per il Nelchina Glacier con atterraggio sul Sylvester Glacier a quota 2100 m circa.
Da qui si raggiunge la vetta per la cresta nord (difficoltà: Alaska grade 1+).
Mount Valhalla 12135 ft / 3698 m.
Con bush plane possibile atterrrare sull’ Upper Nelchina Glacier a quota 2000 m circa. Da qui in vetta per la lunga (ed a tratti esposta) cresta est (difficoltà: Alaska grade 1+).
Possibilità di sci ripido scendendo da diversi punti della cresta direttamente sul ghiacciaio per il versante nord.
Mount Sergeant Robinson 10415 ft/ 3175 m.
Un itinerario originale e probabilmente mai effettuato: salita integrale (senza supporto aereo) dalla Matanuska valley per il Gravel Creek (stimati 2-3 giorni per arrivare a stabilire un campo a quota 2000 m sul versante sud-est della montagna).
Mount Goode 10610 ft / 3233 m.
Un itinerario classico dal Knik Glacier, che si raggiunge in aereo da Anchorage o Palmer (atterraggio possibile a quota 2200 m circa).
La vetta si raggiunge per la cresta est (difficoltà: Alaska grade 1).
ITINERARI / TALKEETNA MOUNTAINS
Le Talkeetna Mountains si estendono per circa 200 km parallelamente ed a nord del Matanuska River.
Offrono itinerari di 1 o più giorni, vette sui 1500-2000 m (in generale senza ghiacciai), innevamento abbondante e spesso condizioni meteo più favorevoli delle Chugach (poiché protette da queste ultime dalle perturbazioni provenienti dal golfo).
Itinerari effettuati. (Waypoints GPS e tracce disponibili presso club@avalcotravel.com)
Hatcher Pass
Questo colle a quota 1185 m in estate è raggiungibile in auto sia da Palmer (sud) che da Willow (ovest).
In inverno si può percorrere solo il versante sud da Palmer, fino a poco sotto il passo, nei pressi delle rovine di una vecchia miniera d’oro (attiva fino a 50 anni fa).
L’area offre pendii ideali per lo sci ed a meno di 2 ore di auto da Anchorage, per cui durante i weekend c’è una discreta frequentazione (anche di motoslitte, purtroppo).
Quasi tutti gli itinerari hanno dislivelli di 500-700 m e si effettuano a vista, a partire dal parcheggio di Hatcher Pass (quota 1000 m circa) o da quello sottostante di Motherlode Lodge (quota 560 m).
Naturalmente sono possibili 2 o più gite nella giornata.
Noi abbiamo salito il Pinnacle 1650 m dalla miniera per i pendii sud e con bellissima ma corta discesa per il ripido versante nord, ed il Marmot 1225 m da Motherlode Lodge, con salita e discesa per il versante est.
Altri itinerari possibili nelle Talkeetna Mountains
Tra i molti possibili, segnaliamo in particolare il Montana Peak 6907 ft / 2105 m, la vetta più alta delle Talkeetna, che si sale da sud per il Mint Glacier a partire da Motherlode Lodge lungo il Susitna river.
Dato lo sviluppo, considerare 2 giorni con bivacco. E’ fattibile in giornata se si utilizzano i passaggi eventualmente offerti dalle motoslitte nella bassa valle del Susitna.
Un classico tour è la cosiddetta Bomber Traverse (3 giorni da/a Motherlode Lodge), che dal Montana Peak scende sul versante opposto (Pennyroyal Glacier) dove si trovano i resti di un cacciabombardiere B29 caduto nel 1957. Risalita per lo Snowbird Glacier.
ESTENSIONE: KENAI PENINSULA
Tra la settimana sul Matanuska Glacier ed i due giorni ad Hatcher pass, abbiamo fatto un break turistico al mare, a partire da Seward sulla Kenai Peninsula (circa 200 km a sud di Anchorage).
La Kenai peninsula costituisce un ambiente naturale d’eccezione, caratterizzato da ampie foreste, laghi, e vasti ghiacciai che scendono nei fiordi a mare. Seward ed Homer sono piacevoli cittadine sul mare, che vivono di pesca e turismo. Curioso il paese di Hope, rimasto quasi intatto con le caratteristiche case di legno dei pionieri.
Altre attività per cui il Kenai è famoso sono il kayak fluviale e la pesca. In primavera ci sono ottime possibilità di gite di scialpinismo in giornata o traversate di più giorni.
Da Seward ci siamo concessi una breve crociera nella Resurrection Bay, con avvistamento di orche, foche, leoni marini ed aquile di mare.
Dalla foto si vede come siano possibili interessanti itinerari di scialpinismo dalle coste, disponendo di una barca.
Probabilmente molte cime sono vergini … un progetto da considerare per il futuro !
ALCUNE NOTE GENERALI SULLE MONTAGNE DELL’ ALASKA
L’ Alaska considerata la “last frontier” del Nord America; ancora oggi mantiene intatto il suo fascino presso gli americani stessi.
Anche una breve spedizione alpinistica o un trekking di più giorni deve essere pianificato con attenzione, visto che ci si muove in autonomia totale, spesso a molti giorni di distanza da un centro abitato.
Con esclusione del Denali Park, non esistono soccorsi organizzati.
Di seguito forniamo alcuni cenni sui principali gruppi montuosi di interesse.
BROOKS RANGE
Si estende per quasi 800 km a nord, oltre il Circolo Polare. Le precipitazione sono scarse, dunque ci sono pochi ghiacciai e fiumi di portata ridotta.
L’ambiente quello della tundra artica; le montagne non superano i 3000 m.
Le Franklin e Romanzof Mountains ad est sono frequentate da una abbondante fauna: orsi, lupi, dallo sheep (capra bianca), e soprattutto caribou. Le vette si prestano anche agli sci.
L’approccio si fa da Kaktovik sul mare Artico (collegamento aereo con Fairbanks).
Più ad ovest si estendono i labirinti di pareti, canyons, e foreste delle Endicott Mountains (approccio da Coldfoot sulla Dalton Highway), ed ancora più ad ovest gli straordinari Arrigetech Peaks, che offrono notevoli vie di roccia su monoliti quali la Shot Tower e lo Xanadu. L’approccio da Bettles (voli da Fairbanks).
ALASKA SUD-OVEST
Dal Golfo dell’ Alaska si protende ad ovest verso la Russia una catena di montagne di origine vulcanica (l’inizio della Ring of Fire del Pacifico), con quote fino a 3000 m ed oltre. I rilievi dell’Aleutinian range, delle Chigmit Mountains e delle Neacola Mountains, offrono centinaia di vette vergini, interessanti soprattutto per lo scialpinismo.
Il clima è capriccioso con frequenti precipitazioni; la wilderness è totale. Gli orsi grizzly sono presenti su tutta la penisola almeno fino all’isola di Unimak.
ALASKA RANGE L’ Alaska Range si estende per quasi 700 km dalle Chigmit Mountains ad ovest alle Delta Mountains ad est, al confine con lo Yukon.
Ad ovest il gruppo delle Revelation è pochissimo conosciuto; i pochi reports disponibili parlano di alcuni couloirs interessanti ma scarsa qualità della roccia. Più ad est, le Kichatna Mountains offrono splendide vie su granito e couloirs a quote vicine ai 3000 m, naturalmente nella wilderness più assoluta.
Inoltre abbiamo individuato alcune attraenti mete sci alpinistiche tra cui la Whiteout Spire.
Il Central Alaska Range è costituito dal massiccio del Denali; nella parte meridionale, meno nota, ci sono vie di roccia e ghiaccio notevoli quali quelle del gruppo dei Troll.
L’ East Alaska Range è una vasta area poco frequentata perché di di difficile accesso (approccio in aereo possibile da Talkeetna, come per tutto l’ Alaska Range), ha clima severo, e montagne impegnative, culminanti con il Mount Hayes 4215 m.
Le Delta Mountains, situare tra il Delta River ed il confine con lo Yukon, sono decisamente più mansuete; l’approccio in aereo possibile da Fairbanks o da Delta Junction.
WRANGELL – ST.ELIAS
La gigantesca catena dei Wrangell – St Elias si estende a breve distanza dalla costa pacifica, dal Copper River a nord fino all’ Alesk River a sud.
Tutto il gruppo si trova all’interno del Wrangell – St. Elias National Park che, insieme con il confinante Kluane National Park nello Yukon, costituisce la più estesa area protetta del Nord America.
Le Wrangell sono più facilmente accessibili da ovest (valli di McCarthy e Nabesna), dove sono anche disponibili servizi di air taxi. Le montagne sono di origine vulcanica (Ring of Fire) e il terreno per lo più glaciale; la vetta più elevata è il Mount Blackburn 4995 m. Diverse cime possono essere raggiunte con gli sci, tra cui il Rime Peak 3883 m dal Nabesna Glacier.
Il gruppo del St. Elias si trova a sud-est dei Wrangell, molto vicino al mare che infatti influenza parecchio il clima, caratterizzato da nevicate eccezionalmente abbondanti.
L’accesso più logico in air taxi da Yakutat sulla costa pacifica, oppure da Lake Kluane nello Yukon (raggiungibile in auto da Whitehorse).
Nei St.Elias si annoverano le maggiori vette del Nord America oltre i 4000 m; il Mount St.Elias (5488 m) è la seconda elevazione degli USA dopo il McKinley, e il Mount Logan (5960 m) nello Yukon è la prima elevazione del Canada e la seconda del Nord America.
Il Malaspina Glacier si riversa dal fianco meridionale del Mount St.Elias fino al mare e misura oltre 2500 km2. Il vicino Hubbard Glacier è il più lungo ghiacciaio del Nord America con oltre 120 km.
Nel gruppo Wrangell-St.Elias ci sono grandi vie di misto, di tipo himalayano, quali ad esempio la parete S-O del St.Elias (Harvard Route), alta 3200 m, e l’impegnativa cresta sud del Mount Augusta 4288 m.
FAIRWHEATHER RANGE
E’ situato a sud dei St.Elias, a breve distanza dalla costa. La vetta più alta è il Mount Fairwhather di 4663m. Le caratteristiche sono simili s quelle dei St.Elias, ma meno estreme; una particolarità interessante costituita dai cosiddetti “tidewater glaciers”, ossia i grandi ghiacciai che sfociano a mare e che, per effetto delle maree, si rompono sul fronte generando gli icebergs.
L’approccio più semplice dai piccoli aeroporti di Yakutat sulla costa pacifica e da Gustavus nella Glacier Bay.
COAST MOUNTAINS
Si estendono lungo la costa da Skagway fino ai margini meridionali della Tongass National Forest. Il clima veramente capriccioso, con precipitazione frequenti tutto l’anno. Ciò nonostante, le vette (a quote massime sui 3000 m) sono interessanti per lo scialpinismo e per l’alpinismo. Alcune vie sono ai vertici dell’alpinismo nordamericano, come il celebre pilastro sud del Devil’s Thumb 2767 m.
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