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Amici della Montagna
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Archeologia e Montagna
Età del Bronzo
 
Sezione curata da Gaia Pignocchi di Ancona
 
Itinerari, escursioni, musei, aree archeologiche e reperti significativi per guidarvi alla scoperta dei percorsi storici di queste bellissime montagne.
Guerrieri, metallurghi e artigiani
 

 
 

 
 

L’età del bronzo (2300 - 1000 a.C.)
 
San Lorenzo di Sebato

San Lorenzo di Sebato
 
Nell’età del bronzo si perfezionano le conquiste tecniche nel campo della metallurgia con la lavorazione del bronzo, una lega di rame e stagno, per la fabbricazione di armi, utensili ed ornamenti, si specializzano le altre produzioni artigianali (ceramica, osso, corno, pasta vitrea, tessuti), si accresce lo sfruttamento dei terreni e delle risorse del territorio e si sviluppano gli scambi di materie prime e di oggetti finiti.

A livello sociale si accentua la suddivisione del lavoro all’interno dei villaggi, aumentano le differenze tra i membri delle comunità in base al ruolo e alla ricchezza e si creano gruppi emergenti e dominanti.

Compaiono nuove armi, come le spade e le lance, che dalla metà del II millennio a.C. i guerrieri dell’età del bronzo utilizzano sempre più spesso al posto delle armi tipiche della fase precedente, i pugnali e le asce, che rimangono come strumenti polifunzionali. Nell’età del bronzo si attua una significativa ed irreversibile svolta nella concezione della guerra come attività organizzata e strutturata.

Il significato simbolico e forse anche religioso delle armi, evidente già nella precedente età del rame, si accentua sempre più a partire dal bronzo medio e poi soprattutto nel bronzo recente e finale, con numerose testimonianze di armi offerte alle divinità delle acque e delle alte vette.

Si tratta di offerte votive di armi in fiumi, laghi, fonti oppure su valichi e cime di montagna. Sono soprattutto spade, asce e punte di lancia, probabilmente di personaggi eminenti, che indicano una rilevanza sociale di questi rituali e di queste forme di culto.
 
Una nuova pratica rituale, che compare alla fine del II millennio a.C., è il rogo votivo, un luogo di culto all’aperto (Brandopferplatze) che prevede il sacrificio di animali e in alcuni casi anche pratiche funerarie legate alla cremazione. I luoghi scelti sono soprattutto in alta montagna, su alture e cime, dove le comunità si recano per celebrare le loro cerimonie. Si caratterizzano per la presenza dei resti di ossa incenerite di animali mescolati a resti vegetali e a frammenti di recipienti in ceramica, rotti intenzionalmente nel corso delle cerimonie.

Uno di questi roghi votivi è stato scoperto sulla sommità del Burgstall / Monte Castello, sull’altipiano dello Sciliar, ad oltre 2000 metri d'altezza, con frammenti di ossa carbonizzate e frammenti di ceramica tipo Luco dell’età del bronzo finale, oltre a monete romane. Un altro di questi roghi votivi era al Lago Nero - Seeberg, sull’Alpe di Villandro, dove oltre alle ossa calcinate e a frammenti ceramici sono stata raccolte anche scorie di fusione. Il luogo è poco distante dall’area fusoria del Knappenbach/Rio dei Canopi.

In Alto Adige gli insediamenti dell’età del bronzo sono assai diversificati, con abitati d’altura fortificati e ben difesi ed insediamenti sui dossi e sui versanti terrazzati lungo le vallate, sempre a controllo delle principali vie di comunicazione e nelle aree ricche di risorse naturali da sfruttare a fini economici e produttivi.

Tra i più antichi insediamenti troviamo alcuni abitati d’altura fortificati come il Castelliere Nossing (Varna, a nord di Bressanone) (660 m), Albanbuhel (Bressanone) (850 m) e Sotciastel a 1400 m (San Leonardo, in alta Val Badia), che ebbero vita fino alla metà del II millennio a.C. Più lunga durata ebbe il sito fortificato di Ganglegg, in Val Venosta, che mantenne la sua importanza durante tutta l’età del bronzo. Fondati presumibilmente a scopo difensivo, erano protetti dalla natura stessa dei luoghi ma anche da mura di cinta che delimitavano i lati più esposti.

Una concentrazione di abitati si ha a nord di Bressanone, nell’area tra i fiumi Rienza ed Isarco, sull’altopiano di Natz-Sciaves ed Elvas, scelto nell’età del Bronzo recente e finale (seconda metà del II millennio a.C. ) per la sua posizione naturalmente difesa e strategica per il controllo della viabilità tra la Valle dell’Isarco e la Val Pusteria, particolarmente favorevole anche dal punto di vista climatico e delle risorse ambientali.

Numerosi gli insediamenti anche nella zona di San Lorenzo di Sebato e Brunico, alla confluenza tra la val Pusteria, la Val Badia e la Valle Aurina, dai quali provengono significative testimonianze della produzione locale di oggetti in bronzo (pani di rame, scorie di metallo, matrici di fusione). Oltre alla densità abitativa dell’area è evidente anche la marcata specializzazione artigianale di questi abitati, sorti in un punto cruciale della viabilità pre-protostorica all’incrocio di tre valli, crocevia di intensi scambi commerciali sia verso la Pianura Padana sia verso i territori d’oltralpe.

A livello economico nell’età del bronzo si ha una netta diminuzione dell’attività di caccia a favore delle attività più stabili e produttive di agricoltura ed allevamento (soprattutto capre, pecore e buoi) e mentre la produzione ceramica e la tessitura era svolta all’interno di ogni villaggio, la produzione metallurgica sembra essere esclusiva di alcuni insediamenti come risulta dai rinvenimenti di matrici e scorie di fusione. Nella seconda metà del II millennio a.C. compaiono anche i primi materiali in pasta di vetro, come la perla vitrea rinvenuta nell’abitato di Sotciastel, in Alta Val Badia.

Nel bronzo finale, tra XII e X sec. a.C., si sviluppa la locale cultura di Luco-Meluno, specifica della Valle dell’Adige e della regione centro alpina, che prende il nome da due siti archeologici presso Bressanone dove è stato rinvenuto per la prima volta un tipo particolare di ceramica (brocche e boccali riccamente decorati).
In questo periodo oltre che dagli abitati, le testimonianze archeologiche provengono anche da necropoli ad incinerazione, luoghi di culto in quota, e aree di sfruttamento minerario sul Renon e in Val Sarentino.
 
Il Museo Archeologico dell'Alto Adige a Bolzano

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© Museo Archeologico dell'Alto Adige
Musei

Museo Archeologico dell’Alto Adige
Via Museo 43, 39100 Bolzano
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Museum Ladin Ciastel de Tor
Via Tor 65, 39030 San Martino in Badia
http://www.museumladin.it/archeologia/sotciastel-it.htm
 
Si ringrazia per la cortese collaborazione il Museo Archeologico dell’Alto Adige e il dott. Umberto Tecchiati dell’Ufficio Beni Archeologici della Provincia Autonoma di Bolzano
 
 
Indirizzi di questo sito: www.altemontagne.it www.altemontagne.com www.altemontagne.net
   
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