Il gioco dei dadi era popolarissimo tra i romani, scommettitori accaniti, ma anche tra i popoli germanici. Sebbene assai diffuso, era comunque proibito e considerato un gioco d’azzardo. Il termine aleatorio (che dipende dalla sorte, rischioso) deriva proprio dal latino alea=dado.
I giocatori si riunivano spesso nelle case private e non mancavano le liti e le truffe.
La sua popolarità è testimoniata dalla storica frase alea iacta est (il dado è stato lanciato), divenuta ormai proverbiale, pronunciata da Giulio Cesare nel 49 a.C., quando, di ritorno dalle guerre galliche, osò sfidare il senato romano oltrepassando con l'esercito il fiume Rubicone, che allora segnava il confine tra la Gallia Cisalpina a nord e l’Italia romana a sud. |