Il miliario romano rinvenuto a Vipiteno documenta l’importanza della strada romana che percorreva l’alta Valle Isarco diretta, attraverso Vipiteno e il Passo del Brennero, a Veldidena (Innsbruck) e da qui ad Augusta Vindelicum (Augusta/Augburg).
Scoperto nel 1979 nel centro storico di Vipiteno, in Vicolo delle Rondini, è attualmente conservato nel cortile del municipio. Corroso dal tempo e danneggiato durante la scoperta, ha parzialmente conservato una lunga iscrizione utile per la sua datazione.
E’ intitolato all’imperatore Settimio Severo (193-211 d.C.), al quale si deve il restauro delle strade che attraversavano le due province confinanti Raetia e Noricum, come risulta da cinque miliari rinvenuti nelle valli dell'Isarco (Bressanone, Trens, Vipiteno) e della Rienza/Val Pusteria (Casteldarne e Valdaora).
Le pietre miliari sono pilastri cilindrici o troncoconici in pietra, posti lungo il ciglio delle strade romane di grande comunicazione in occasione della loro apertura o del loro restauro.
Sui miliari di età imperiale era incisa un’iscrizione con il nome e la titolatura dell’imperatore o del magistrato promotore dei lavori stradali ed era riportata la distanza dalla città di partenza della via o da quella più vicina, espressa in milia passuum (mille passi = 1480 m).

Il testo dell’iscrizione del miliario di Vipiteno riporta la titolatura ufficiale dell’imperatore Settimio Severo con i figli Caracalla (Marcus Aurelius Antoninus) e Geta.
La presenza del nome dell’imperatore mostra che la strada lungo la quale era posto il cippo era compresa tra le vie dell’impero romano.