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Amici della Montagna
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LA MONTAGNA DI IERI E DI OGGI
Percorsi per piccoli escursionisti
 
Cima Piccola di Lavaredo (2857 m) - Via normale
 
Agosto 1991
Bruno Bastianelli – Ancona
 

 
Naturalmente tutte le escursioni vanno svolte sempre nel pieno rispetto delle norme di sicurezza (condizione fisica, abbigliamento adeguato, viveri ed acqua, messa in sicurezza nei tratti più esposti, informazioni sull’agibilità e la durata del percorso e, fondamentale, sulle previsioni meteo).
 
 

 
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Montagna Ieri e Oggi
 

 
Altemontagne © 2013


 
Le Tre Cime di Lavaredo non hanno bisogno di presentazioni, da sempre sono il simbolo delle Dolomiti e dell’alpinismo e quindi, cosa poteva esserci di meglio che intraprendere la mia prima avventura alpinistica proprio da una di queste cime?

Ero pronto per arrampicare la Cima Piccola di Lavaredo, la più bassa, ma anche la più ardita delle tre, accompagnato dalla guida alpina che mi avrebbe tracciato il percorso.
La scelta era ricaduta sulla “via normale”, che si snoda sulla parete sud-ovest della Cima Piccola, la meno facile tra le vie normali che portano sulle Tre Cime, più diretta e con alcuni tiri impegnativi.

M. e H. Innerkofler furono i primi che nel 1881 scalarono la parete sud-ovest della Piccola, terminando la loro salita sull’Anticima, un percorso alpinistico che allora era tra i più impegnativi. Tre anni dopo, nel 1884, E. Zsigmondy riuscì a raggiungere la vetta della Piccola risalendo il camino centrale che ora porta il suo nome.

La mattina il cielo era limpido e sereno e il sole illuminava le montagne circostanti, dai Cadini alle Tre Cime di Lavaredo, mentre ancora la nebbia avvolgeva in basso Auronzo e la Val Marzon. La giornata si preannunciava magnifica sotto tutti i punti di vista.

L’avvicinamento alla via normale può avvenire sia partendo dal Rifugio Auronzo (2320 m) che dal Rifugio Lavaredo (2344 m). In entrambi i casi ci si dirige, dopo aver risalito il ghiaione del versante meridionale delle Tre Cime, al canalone tra la Cima Piccola e la Cima Grande, puntando alla base dell’avancorpo della Piccola, poco più in alto dell’attacco alla via normale della Grande, in corrispondenza di una targa.

Il tratto iniziale di salita avviene percorrendo facili gradoni che risalgono l’avancorpo della Piccola. Si prosegue poi lungo il tratto mediano di arrampicata della parete ovest con una serie di passaggi di 2 e 3 grado su terrazzini e cenge fino ad arrivare alla base del camino finale, appunto il camino Zsigmondy.
 
Risalendo il camino si incontra il tratto più impegnativo della via, con un passaggio molto esposto e strapiombante su roccia scivolosa. Dopo una breve sosta si continua a risalire il fondo del camino che porta fin sulla vetta.

Mentre si sale si ha sulla sinistra la mole incombente della parete orientale della Cima Grande con il profilo dello spigolo nord-est, percorso dalla frequentatissima via Dibona.

Dopo gli ultimi tiri più impegnativi si guadagna finalmente la vetta, dove si erge la croce, e finalmente si può assaporare tutta la soddisfazione di essere giunti fin quassù. Il panorama è davvero splendido su tutti i gruppi dolomitici circostanti oltre che sulla vicina Cima Grande di Lavaredo. Un messaggio e la firma con la data nel libro di vetta e con rammarico ci prepariamo a ridiscendere.

La discesa in corda doppia avviene sempre per la stessa via di salita fino alla Forcella della Piccola e quindi per il canalone iniziale tra la Cima Grande e la Piccola che ci riporta alla base. Infine tagliando per il sentiero che discende il ghiaione è possibile giungere, dopo circa 7-8 ore dalla partenza, direttamente alla Cappella tra il Rifugio Auronzo e il Rifugio Lavaredo.


Testo Gaia Pignocchi - Foto Bruno Bastianelli

Un grazie a Christian Pellegrin (chripell) e alle sue bellissime foto della Cima Piccola di Lavaredo “che mi hanno indicato la via”.

Testo e immagini a cura di Gaia Pignocchi
 
 
 
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