La Torre di Toblin, che si erge solitaria e verticale alle spalle del Rifugio Locatelli, è una cima dolomitica di grande interesse non solo escursionistico, ma anche storico.
Situata lungo la linea di confine, durante la prima Guerra Mondiale divenne una postazione strategica di osservazione e un baluardo di difesa fondamentale, da dove le truppe austriache tenevano di mira i militari italiani stanziati lungo la linea del fronte tra Monte Paterno, Tre Cime di Lavaredo e Monte Piana.
Dalla cima gli austriaci potevano avere sotto tiro diretto anche il sottostante Sasso di Sesto (2539 m), vicinissimo avamposto italiano conquistato il 17 agosto 1915, uno dei punti più contesi della zona.
La ferrata non presenta particolari difficoltà tecniche, ma è molto ripida, attrezzata con una serie di scalette aeree per superare i vari camini (è appunto detta Sentiero delle Scalette), risultando un divertente esercizio di arrampicata, anche se impegnativo.
Pur essendo breve, è comunque esposta e verticale, quindi richiede assenza di vertigini, allenamento e dimestichezza con questo tipo di percorsi alpinistici, oltre che attrezzatura adeguata.
La salita si snoda sul versante settentrionale della Torre di Toblin, proprio di fianco al percorso attrezzato dai militari austriaci con lunghe scale di legno, in alcuni punti ancora visibili.
Oggi il cosiddetto Sentiero delle Scalette utilizza, a lato delle vecchie scale austro-ungariche, scalette metalliche che consentono di risalire i camini che incidono la ripida parete nord della montagna.
Per il ritorno si percorre in discesa il sentiero aperto dal Cappellano militare Host sul versante est, il primo accesso percorso per raggiungere la cima, poco praticato durante il conflitto perchè visibile dalle postazioni italiane.